Sono giorni strani quelli che sto vivendo. Giorni pieni di avvenimenti, sensazioni, decisioni.
Ogni cosa contrasta con l'altra e io non ho nemmeno il tempo materiale per cercare di analizzare tutto.
Amo l'autunno. Lo dicevo pure qualche post fa, qui cerco di spiegarlo meglio. Più o meno tutti trovano l'autunno una stagione triste, grigia. I più amano l'estate, la primavera, qualcuno l'inverno. Io amo l'autunno.
Dear G,
I'm writing you some words to remember our time together in these few months. I'd like to spend more and more time with you, cause everything with you is funny and interesting.
And as I told you yesterday, I'm sorry because I didn't spend more time with you in these days because of my problems, but I'm sure you understand.
Una lacrimuccia mi è scesa mentre ti guardavo mandarmi un bacio dirigendoti verso il tuo appartamento. Un'altra amica che si allontana e il cuore che si stringe.
Accendo un'altra sigaretta e mi metto qui a scrivere, perché ho dentro queste parole da un paio di giorni, più o meno da quando ho letto sul giornale di un incidente e mi sono resa conto che era una cosa da analizzare.
Ho dentro quella sensazione, quella che mi pervade spesso, quella che mi appartiene da sempre, quella che mi fa scrivere quantità infinite di parole. Solo che di recente non escono. Le mie parole rimangono qui, incastrate tra la gola e le labbra, tra il cuore e le dita. Scrivere è sempre stata la mia valvola di sfogo. E adesso no. In questo periodo non ci riesco.
Non va bene, forse è dannatamente sbagliato, forse è assurdamente malato. Tu mi hai fatto più male che bene in questi anni.
Eppure mi ritrovo a rifugiarmi da te quando le cose vanno male.
Bibione.
Non c'è altro luogo dove vorrei essere in questi giorni.
E' il mio rifugio a media distanza.
Non doveva succedere. Non dovevo permettere che succedesse. E invece dopo un gelato insieme nel pomeriggio come due fidanzatini delle elementari e una serata davanti alla tv è successo. Di nuovo. E sono incazzata da morire. Con me stessa. Tu sei solo un porco,era normale che ci provassi, d'altronde lo fai ogni volta che siamo soli su quel maledetto divano. Ma io ti dicevo no da mesi.
Guidare sola lungo la strada deserta è una cosa che mi piace, soprattutto di sera. Hai la tua destinazione, programmata o meno, e nessuno al fianco a parlare o distrarti. Sei sola con i tuoi pensieri. Sei lì con te stessa e non puoi sfuggirti. Sono momenti che mi piace prendermi, che spesso devo prendermi.
E' tornata l'insonnia con tutta la sua assurda prepotenza. Con tutte le conseguenze del caso e mia madre che mi rincorre con gocce omeopatiche e integratori vitaminici.
Certe notti prima di addormentarmi chiudo gli occhi e il pensiero vola a te, a me, a noi in quelle circostanze improbabili quanto fantastiche. Non riesco ancora ad elaborare il processo che ci ha coinvolti all'improvviso. Non so capire perché è successo e perché così.
Sono mesi che non parliamo, che non ci vediamo, che non abbiamo un contatto. Ed è da un sacco di tempo che voglio scriverti e lo so che preferisci che le persone ti parlino direttamente, ma sai che io a parlare sono un disastro e che preferisco scrivere per mettere in ordine le parole e i concetti.
Ho preso appuntamento dalla parrucchiera per domani mattina.
Ho già iniziato a pensare a cosa indossare per la cena di domani sera.
Ho fatto una lista di abbinamenti adatti, intimo compreso e ho lucidato tutti gli stivali.
Stamattina il cielo è di un azzurro spettacolare, il sole riscalda la pelle. L'ideale per una colazione-aperitivo in piazza con un amico reduce da un'operazione.
E’ strano. Mi sento strana. Come sempre. Mi rivedo nei gesti e nelle parole come fosse un filmato di me stessa e non mi riconosco. E quel che vedo mi fa incazzare. Vedo la spavalda me eclissarsi dietro una imbarazzata e sprovveduta me stessa che non riesce a vivere.
Quasi 24 ore per riuscire solo ad elaborare l'evento funebre... E ancora addosso la tristezza infinita di sapere che lui non c'è più, che ora il suo corpo sta lì in un angolo di cimitero sotto metri di terra...
Ci hai lasciati all'improvviso, senza nemmeno salutarci, senza che ci sia un perché che riesca a giustificare una simile ingiustizia...
Basta poco, basta un augurio, basta un ringraziamento dolce, basta una stupida mail, basta una serie di messaggi, basta una notte piovigginosa...
M'è venuta voglia di un post... E guarda caso: mai che mi venga ad un orario decente e non che io abbia un'idea di cosa voglio scrivere... Sarà la notte che porta con sé ispirazione e magia...
Ancora qui, seduta su un sasso che quest'anno non ha visto neve... Il primo anno da che ti conosco, a potermi sedere senza sprofondare con i tacchi nei soffici fiocchi bianchi...